Scritto da ChimicaPratica
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bunsenIL FORNELLETTO DI LABORATORIO

La lampada, o becco bunsen è, essenzialmente, un bruciatore di gas combustibile, le cui caratteristiche lo rendono particolarmente adatto all’impiego in un laboratorio chimico. 





La lampada bunsen è formata da una base sulla quale viene fissato un ugello collegato tramite un corto tubo laterale alla conduttura del gas combustibile. Al corpo dell’ugello è avvitato un cannello metallico di circa 10 cm di lunghezza, che presenta alla sua base due fori diametralmente opposti; una ghiera, anch’essa forata e libera di ruotare, completa l’apparecchio.


Avendo i fori del cannello e della ghiera lo stesso diametro, è evidente che, ruotando quest’ultima, è possibile chiudere completamente l’afflusso dell’aria nella parte basale del cannello, oppure regolarlo in modo graduale; (l’aria viene “aspirata” all’interno del cannello dal gas che fuoriesce a pressione dall’ugello).

A seconda della quantità di aria con cui viene miscelato il gas prima che questo venga incendiato, si possono verificare diverse situazioni:

A) fori completamente chiusi

il gas non viene miscelato con una sufficiente quantità di aria (e quindi, ricordiamolo, di ossigeno), di conseguenza la sua combustione non sarà completa, e darà luogo ad una fiamma luminosa, instabile e non molto calda, che chiamiamo “fiamma riducente”.

B) fori completamente aperti

il gas arriva all’uscita del cannello già miscelato con un’abbondante quantità di ossigeno; tale circostanza dà luogo ad una combustione completa, causa di una fiamma incolore, stabile e molto calda, chiamata “fiamma ossidante”.

La fiamma completamente riducente non presenta particolare interesse, al contrario sarà interessante soffermarsi sulle caratteristiche della fiamma ossidante.
Questa, all’osservazione, risulta divisa nettamente in due zone: un cono esterno, ed un cono interno. In queste due zone esiste un’ulteriore suddivisione in zone a diversa temperatura. Il cono interno, debolmente colorato in azzurro è, a tutti gli effetti, praticamente freddo. Al contrario, il cono esterno raggiunge temperature dell’ordine dei 1000 - 1200 °C, ciò che ne consente l’utilizzazione in molte operazioni classiche del laboratorio chimico.

Ricordiamo che nell’uso normale della fiamma bunsen come fonte di calore per il riscaldamento di soluzioni, la fiamma da utilizzare è quella ottenuta chiudendo i fori del cannello a metà circa, onde evitare un surriscaldamento eccessivo della vetreria.

Bunsen

ISTRUZIONI PER L’USO

  1. Chiudere la ghiera per l’entrata dell’aria.

 2. Aprire parzialmente la manopola del gas.

 3. Premere il pulsante blu, accendere portando il fiammifero o l’accendino lateralmente all’estremità superiore del cannello.

 4. Dopo circa 10 secondi lasciare il pulsante.

 5. Lavorare ruotando la ghiera in modo da avere l’entrata dell’aria (fiamma ossidante).

SICUREZZA NELL’USO DEL BECCO BUNSEN E NEL RISCALDAMENTO DELLE SOSTANZE:

 1. Prima di accendere la fiamma del becco bunsen, accertarsi che non vi siano sostanze infiammabili nelle vicinanze (ad esempio alcol, acetone, etere).

 2. Accendere il becco bunsen con prudenza tenendo la testa egli abiti lontani dalla canna del bruciatore.

 3. Il bunsen deve essere tenuto acceso solo per il tempo necessario all’uso.

 4. Se occorre sospendere momentaneamente utilizzo del bunsen, occorre rendere la fiamma visibile e luminosa (fiamma riducente) chiudendo i fori per l’entrata dell’aria.

 5. Riscaldare soltanto vetreria idonea al riscaldamento (vetro Pirex).

 6. Ricorda che il vetro caldo non si distingue alla vista da quello freddo ma, se toccato, può provocare ustioni dolorose.

 7. Gli oggetti di vetro o di ceramica molto caldi non devono essere appoggiati direttamente sul piano di lavoro perché potrebbero subire sbalzi termici e rompersi.

 8. Non scaldare mai un recipiente chiuso.

 9. Quando si scalda una sostanza contenuta in una provetta, assicurarsi che la sua imboccatura non sia diretta verso di voi o verso un compagno.

10. Non guardare mai all’interno di un recipiente mentre viene scaldato.

11. Servirsi delle apposite pinze per sostenere i contenitori da scaldare o da spostare dopo il riscaldamento.

12. Se il liquido da scaldare è contenuto in una provetta, questa deve essere riempita per meno di un quarto del suo volume e deve essere agitata continuamente sopra la fiamma perché il surriscaldamento di una zona del recipiente in vetro può provocarne una dilatazione non omogenea e quindi la rottura.

  

N.B. Non accendere i bunsen tra loro.
N.B. Il fiammifero si butta dopo averne spento la fiamma soffiando e dopo averlo messo sotto il getto dell’acqua corrente di un rubinetto.